
Nuove evidenze sui polifenoli
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Pochi fitochimici sono stati messi sotto la lente d’ingrandimento negli ultimi decenni come avviene per i polifenoli. Sarà per la ricchezza in natura dei diversi polifenoli, o per la variabilità delle loro azioni salutistiche dimostrate soprattutto negli studi in vitro, ma oggi i polifenoli vengono studiati non solo per le loro potenzialità come nutraceutici ma anche per il loro uso cosmetico e nella formulazione di alimenti funzionali e funzionalizzati. Senza trascurare una filiera sostenibile che fa parte di sistemi di economia circolare.
I polifenoli si sono distinti per le proprietà antiossidanti, antiradicali, antinfiammatorie. La conoscenza sempre più approfondita dei loro meccanismi d’azione ha anche evidenziato come la loro influenza sul benessere dell’organismo possa essere legata all’azione perseverante verso i mitocondri.
Polifenoli contro la senescenza dei mitocondri
Il funzionamento alterato dei mitocondri, le strutture cellulari deputate alla produzione energetica ma che causano anche la produzione di ossidanti come prodotti di scarto, è stato infatti associato negli ultimi anni a una serie di conseguenze patologiche, comprese le malattie neurodegenerative. Mitocondri non più funzionali sono associati all’invecchiamento e alle patologie croniche a esso legate. Anche l’obesità si può riportare a una errata gestione dei grassi che non vengono impiegati per produrre energia.
I polifenoli hanno dimostrato, attraverso le diverse vie enzimatiche che regolano nell’organismo, di poter influenzare positivamente l’attività mitocondriale. Inoltre, grazie all’azione di antiossidanti, i polifenoli concorrono ad allontanare i radicali liberi che si formano proprio dall’attività mitocondriale, combattendo lo stress ossidativo.
Molto interessante è quindi la possibilità di utilizzare i nutraceutici a base di polifenoli come mezzi preventivi delle patologie legate all’invecchiamento anche del cervello.
Una criticità dei polifenoli è la loro bassa biodisponibilità che sembrerebbe non poter giustificare alcuna azione benefica in vivo. In realtà sappiamo ancora poco dell’azione salutistica dei metaboliti dei polifenoli, che potrebbero essere proprio le molecole funzionali. Non va poi sottovalutato il ruolo che i polifenoli ricoprono nel benessere del microbioma intestinale.
Il benessere che passa dalla salute dell’intestino
Le evidenze scientifiche mostrano sempre di più l’importanza del microbiota intestinale nel mantenimento dello stato di salute. Gli studi indicano come le molecole prodotte dai batteri intestinali possano influenzare la risposta immunitaria e la risposta infiammatoria. La disbiosi intestinale con il prevalere delle specie batteriche “negative” si associa alla insulino-resistenza, al diabete di tipo 2, all’obesità, all’infiammazione intestinale e all’infiammazione cronica di basso grado, condizione che sembra essere cruciale nello sviluppo delle malattie cardiache o nelle patologie tumorali.
I polifenoli agiscono nell’intestino come prebiotici. Vengono metabolizzati dalla flora batterica intestinale in modo da permettere la sua sopravvivenza e il suo sviluppo. Il loro impatto positivo sulla crescita dei batter “buoni” permette ai polifenoli di ridurre i fenomeni infiammatori intestinali. Inoltre, permettono la produzione di specie chimiche altamente benefiche come gli acidi grassi a catena corta che si sono dimostrati utili anche contro la neuroinfiammazione, il Parkinson e la malattia di Alzheimer.
Il loro ruolo nell’intestino è legato anche all’azione immunitaria contro le infezioni e c’è un crescente interesse per la funzione terapeutica dei polifenoli nei disturbi neurocomportamentali, attraverso l’azione che hanno sul microbiota. È stato dimostrato che i polifenoli permetto no di ottenere effetti antistress in alcuni modelli in vitro e in vivo, modulando le risposte infiammatorie sistemiche e la plasticità sinaptica cerebrale.
Non solo nutraceutici
Le virtù dei polifenoli vengono però anche riconosciute in campo cosmetico dove ci si avvantaggia dell’azione schiarente sulla pelle, cicatrizzante, protettiva dai raggi solari e del potere antiossidante.
L’azione antiossidante ne fa anche degli alleati nell’industria alimentare che sfrutta i polifenoli per ridurre l’uso di conservanti e che permette di ottenere alimenti arricchiti dalle proprietà vantaggiose.
È sato così possibile formulare yogurt fortificato con polifenoli del tè verde che ne hanno migliorato la compattezza; allo stesso modo, la polvere ricca di polifenoli di vinaccia è stata utilizzata come sostituto della farina per fortificare il pane di grano, aumentando la tenacità dell’impasto e accrescendone le proprietà antiossidanti. Le vinacce d’uva sono state quindi suggerite come ingrediente per la fortificazione delle farine e per ottenere prodotti da forno funzionali per la salute umana.
Con la crescente attenzione per la questione ambientale, anche per il recupero dei polifenoli da frutti e vegetali si sta facendo ricorsi a fonti che permettono di avere un impatto produttivo ridotto. In particolare, molti polifenoli possono essere estratti da materiali di scarto della filiera alimentare come l’estrazione di succhi o la produzione di vino.
Come avviene per le vinacce e i raspi dell’uva che possono essere inviati ai cicli di estrazione dei polifenoli per poi continuare il loro percorso come biomasse per la produzione di concimi, alimenti per animali ed energia.