L’efficacia della polidatina nelle malattie del metabolismo

L’efficacia della polidatina nelle malattie del metabolismo

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Come rilevato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), gli squilibri del metabolismo sono, a livello mondiale, fra le cause crescenti di patologia che incidono sia socialmente che economicamente sul benessere della popolazione.

Associate alla sedentarietà, al cambio della dieta e a ritmi di vita mutati velocemente negli ultimi decenni, un fattore comune a patologie come il diabete di tipo 2, la degenerazione epatica grassa, ipertensione e le malattie cardiovascolari è lo stato infiammatorio.

La risposta all’infiammazione è infatti causa della formazione di placche nei vasi sanguigni, del dolore causato dalla gotta, della steatosi epatica (deposizione di grassi nel fegato che altera la sua struttura, fisiologia e funzionalità). L’infiammazione di basso grado è poi legata alla resistenza all’insulina e alla formazione di strutture capaci di causare i danni renali e vascolari nel paziente diabetico.

Accanto a interventi che mirano a migliorare la condizione fisiologica con la sana alimentazione e l’attività fisica, nelle malattie dismetaboliche si interviene con la prescrizione di farmaci mirati ma dai pesanti effetti collaterali.

Il ricorso alla fitoterapia e all’integrazione alimentare sarebbe invece da auspicare nelle fasi iniziali delle malattie infiammatorie, per evitare la loro progressione e ridurre l’uso dei farmaci.

La polidatina: il potente antinfiammatorio della Medicina Tradizionale Cinese

La Polidatina è una molecola naturale abbondante nelle radici di poligono del Giappone (Polygonum cuspidatum), pianta orientale ormai molto diffusa anche alle nostre latitudini e usata nella medicina tradizionale, ma anche nelle arachidi, frutti rossi, cacao e nell’uva.

Negli ultimi decenni si sono accumulate le evidenze sull’attività antinfiammatoria dell’analogo resveratrolo. Il suo uso è però limitato dalla bassa solubilità e biodisponibilità della molecola. Non altrettante criticità ha il suo precursore polidatina, che proprio per le caratteristiche favorevoli come integratore naturale è ora sottoposto a studi approfonditi sull’animale per verificarne le potenzialità contro le malattie dismetaboliche.

Una recentissima review apparsa su Phytomedicine, e condotta grazie al contributo del National Natural Science Foundation of China, ha raccolto i risultati più significativi sull’azione della polidatina contro le alterazioni metaboliche, evidenziando l’importanza della molecola come antinfiammatorio e contro i radicali liberi e le specie reattive dell’ossigeno (ROS).

I risultati della revisione sistematica

Nel raccogliere i dati disponibili, i ricercatori di Shenzhen hanno incluso solo i lavori con risultati solidi sugli animali giungendo a evidenziare come l’azione sulle vie che regolano i processi inibitori possano portare a risultati diffusi. L’azione della polidatina mira a regolare il rilascio di fattori fisiologici che sono responsabili di patologie diverse. Attraverso quindi un meccanismo comune, la polidatina può agire nel ridurre squilibri vari, compresi quelli a livello del microbiota intestinale e influendo sia direttamente che indirettamente sulle malattie metaboliche.

La riduzione dei ROS ha poi influito positivamente sulla vitalità cellulare, in modo dose-dipendente, riducendo l’espressione delle molecole proinfiammatorie.

La polidatina promuove infatti la secrezione dell’insulina e riduce la resistenza, agendo sul diabete di tipo 2. L’azione antidiabetica è supportata dalla riduzione dell’infiammazione cronica, dalla riduzione di accumulo adiposo. La somministrazione di polidatina per 28 giorni, nei modelli murini, ha migliorato il metabolismo dei lipidi, ridotto la perossidazione lipidica e l’infiammazione pancreatica.

Diminuendo la formazione di proteine glicate, la polidatina ha influito positivamente anche sulla funzionalità renale nel quadro diabetico.

L’effetto sul microcircolo preverrebbe quindi la cardiomiopatia diabetica e la fibrosi renale ma l’azione sui vasi si evidenzia anche nei modelli di ateroscrerosi. In questo caso, grazie alla diminuzione del richiamo di agenti mediatori dell’infiammazione e grazie alle proprietà antiossidanti, la polidatina riduce la formazione delle placche ricche di colesterolo nelle parteti dei grandi vasi. Dagli studi si evince anche una funzione nella regolazione dei lipidi circolanti che tendono a essere normalizzati. A livello dell’endotelio dei vasi (tessuto a diretto contatto con il flusso sanguigno) la riduzione dello stress ossidativo è accompagnata alla produzione di sistemi di difesa specifici come la superossidodismutasi (SOD).

L’importanza dell’induzione di questo enzima si rileva anche nelle proprietà epatoprotettive della polidatina, che è infatti efficace contro la degenerazione del tessuto del fegato non correlata al consumo di alcool.

La polidatina agisce quindi prevenendo gli insulti causa della fibrosi del fegato, riduce i fattori profibrotici, impedisce l’accumulo e degenerazione grassa dell’organo.

Anche nel dolore gottoso la polidatina svolge una azione multipla: da una parte riduce i fenomeni infiammatori, e quindi causa del dolore, dall’altra aiuta all’eliminazione renale dei sali di acido urico impedendone l’accumulo nelle articolazioni. Con la riduzione della deposizione dei sali e limitando i fenomeni infiammatori, la polidatina interviene prevenendo i disturbi alla motilità articolare.

Polidase: compresse masticabili per un’azione immediata

Per le sue proprietà come scavenger (spazzino), inibitore dei processi infiammatori, protettore contro la perossidazione lipidica, la polidatina fa parte della composizione del Polidase e di MicoDefense (in associazione con Resveratrolo e in composizione sinergica con vitamina C da fonte naturale e funghi della Medicina Tradizionale Cinese) con indicazioni mirate al controllo degli stati infiammatori, come antiossidante e a supporto del microcircolo.

Come gli stessi autori della review propongono, è sempre più urgente passare dagli studi preclinici agli studi clinici: questi permetteranno di individuare i dosaggi ideali per ogni affezione, confermare la non tossicità e sicurezza della polidatina che viene usata da millenni senza alcuna controindicazione. La polidatina può poi, attraverso l’analisi dei meccanismi della sua azione, aprire le porte a trattamenti sempre più mirati ed efficaci con riduzione degli effetti collaterali, sfruttando anche la sua solubilità che la rendono adatta a compresse orosolubili e con assorbimento immediato come Polidase.

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